Alessandra – JOB Stations
Storie di JOB Stations

Alessandra, JOB Stationer

Quali sono le tue esperienze professionali prima di JOB Stations?

Mi chiamo Alessandra, ho 46 anni e ho la fortuna di lavorare all’interno del progetto della JOB Stations con mansioni di supporto alle funzioni di staff in ambito Finance.

Finora, essendo diplomata in perito aziendale e corrispondente in lingue estere, ho lavorato in diverse ditte per lo più come segretaria generica e impiegata ufficio acquisti. Ben presto però mi sono accorta che sul posto di lavoro c’era qualcosa che mi impediva di vivere più o meno serenamente le relazioni con i miei colleghi: il mio problema non era tanto quello di capire quello che mi chiedevano di fare, quanto la difficoltà di vivere le diverse situazioni che si creavano.

Allora, tramite mio cognato, mi sono rivolta ad un suo ex amico dei tempi dell’università che nel frattempo era diventato psichiatra: dopo un dialogo iniziale e vari test è risultato che soffrivo di una forma di nevrosi ansiosa.

Sono seguiti tre anni veramente duri dove non vedevo entrate da lavoro dipendente in casa mia, c’era solo la pensione di mia madre.

Cos’è cambiato entrando nel progetto JOB Stations?

Nel frattempo, però, ero stata indirizzata al CPS di Monza; questa è stata una fortuna perché, per la prima volta, potevo essere seguita da un educatore e da una psichiatra senza pagare niente. Ma non solo: proprio da qui è scaturita la possibilità di fare un colloquio poiché ricercavano delle figure impiegatizie per la Fondazione Bertini.

Così ora lavoro nel progetto JOB Stations insieme ad altre persone. Mi ritengo fortunata perché più i giorni passano, più mi rendo conto che questa non è un’esperienza solo lavorativa ma anche umana. Infatti, nelle persone con cui mi relaziono, colleghi e Tutor, non vedo solo dei colleghi ma anche degli amici che si preoccupano di me anche come persona. Desidero quindi esprimere la mia gratitudine sia ai miei colleghi sia ai Tutor che mi seguono ogni giorno in modo attento e fanno di tutto perché possa lavorare nel modo migliore.

“È proprio questa la cosa che mi ha rigenerato e che non sperimentavo da tanto tempo. Dinanzi a me è come se mi si fosse spalancato un nuovo orizzonte per una vita migliore.