Serena, Job Stationer
Storie di JOB Stations
Ci racconti come sei entrata in contatto con JOB Stations?
Ho iniziato a lavorare molto giovane, frequentavo ancora le scuole superiori, e da allora non ho mai smesso.
Purtroppo, qualche anno fa, un problema psicologico ha fatto sì che perdessi tutte le mie certezze, tra cui anche quelle lavorative: a causa dello stato in cui mi trovavo ho perso il lavoro. Per fortuna però non ho perso l’amore della mia famiglia, che mi ha aiutato a ritornare ad essere la donna che ero, forte intraprendente e sempre carica di voglia di fare.
Trovare un posto di lavoro non è stato semplice, durante questi due anni di inattività ho fatto diversi colloqui ma senza esito positivo. Ho cercato di rendermi utile facendo dei piccoli lavoretti.
Un giorno di luglio mi squilla il telefono, era l’Agenzia Formazione Orientamento Lavoro (ex ufficio di collocamento) e mi dice che la Fondazione Bertini stava cercando candidati e il mio curriculum rispondeva ai loro requisiti.
Come ti sei preparata per il colloquio? Com’è andato?
Ho fatto il mio colloquio a fine settembre, ero emozionata, e, nel complesso, ero sicura fosse andato bene. Nel giro di poco tempo, infatti, sono stata ricontattata in quanto ero stata selezionata per lavorare nella contabilità.
Presso l’Associazione ho avuto l’opportunità di seguire corsi di formazione e preparazione per i colloqui con l’azienda. Durante tutta questa fase sono stata seguita e guidata da una Tutor, che è stata presente anche durante il colloquio fatto con Accenture, sostenendomi.
Quando poi mi è stato comunicato che ero stata presa ero al settimo cielo, finalmente ce l’avevo fatta!
Questa avventura è iniziata da poco, però ho già avuto la possibilità di capire che questo è un progetto con delle basi solide e che sta dando la possibilità a persone come me di dimostrare che abbiamo la capacità e la volontà di tornare a testa alta nel mondo del lavoro.
“Tornare nel mondo del lavoro mi fa sentire appagata, soprattutto perché mi sento adatta per il ruolo che mi hanno dato.
Sono convinta che continuando a collaborare insieme, tra Associazione e azienda, potrò ampliare il mio programma di lavoro e diventare sempre più autonoma.“